La favola di Amore e Psiche

La favola di Amore e Psiche, che ha ispirato la scultura di Antonio Canova, è raccontata nell’opera Le Metamorfosi dello scrittore latino Apuleio. Psiche è una fanciulla bellissima e per la sua bellezza suscita l’invidia della dea Venere. Questa, allora, incarica suo figlio Amore di ucciderla. Ma il giovane se ne innamora e fa rifugiare la fanciulla in un palazzo. Tutte le sere Amore raggiunge la sua amata, chiedendole in cambio solo una cosa: i due possono vedersi solo al buio e Psiche non può conoscere l’identità del suo amato. Spinta dalle sorelle, però, una notte Psiche cerca di uccidere Amore e nel farlo lo vede per la prima volta…

 

Allora Psiche, che si sentiva mancare l’animo e le forze, tuttavia si fece coraggio, rinforzata dal pensiero del suo destino crudele: tirò fuori la lanterna, brandì1 il pugnale, e si sentì forte come un uomo. Ma non appena il cerchio della luce rischiarò i segreti del suo talamo2, ecco che vide la bestia più dolce e mite di tutte, in persona, il delizioso dio deliziosamente addormentato! A vederlo, anche la lucerna sembrò farsi più vivida, e il pugnale si pentì della sua sacrilega3 lama.

Antonio Canova, Psiche rianimata dal bacio di Amore, 1788-1793. Marmo, 155x168 cm. Parigi, Museo del Louvre.

Psiche, impaurita, fuori di sé, livida e tremante, cadde in ginocchio, e voleva nascondere, sì, quel ferro, ma nel proprio petto; e certo l’avrebbe fatto, se il pugnale, per il timore di un così gran delitto, non le fosse sfuggito dalle temerarie mani. Psiche, sfinita, quasi vicina a morire, tuttavia guardando più e più volte la bellezza di quel volto divino, riprende animo. E vede la splendida chioma divina, madida di ambrosia4; il collo bianco come il latte e le labbra rosse come la porpora; le ciocche dei capelli leggiadramente inanellate5 che ricadevano sul petto e sulle spalle, e al cui sfolgorante bagliore impallidiva la fiamma stessa della lucerna. E sugli omeri6 dell’aligero7 dio scintillano bianche, fulgide8, rugiadose ali, e benché siano ferme, pure alcune piume delicate e tenerelle si muovono scherzose sulle punte con inquieto palpito. E il resto del corpo è talmente liscio e splendente che certo Venere non dovette pentirsi d’averlo partorito. E ai piedi del letto giacevan l’arco e le frecce e la faretra9, le armi d’amore del gran dio.

Psiche, piena di curiosità, con l’animo ardente continua a rimirarle, a prenderle in mano. Tira fuori dalla faretra una freccia, prova la punta contro il pollice, ma con un movimento un po’ brusco del suo ditino ancora tremante si punge piuttosto profondamente, e a fior di pelle stillano10 come rugiada piccole gocce di roseo sangue. E così senza saperlo, Psiche ferì se stessa con l’amore di Amore. Allora si chinò su di lui con le labbra socchiuse, e si affrettò a dargli tanti arditi baci, nel timore che il suo sonno non durasse più a lungo. Ma mentre ondeggia con l’anima ferita, ecco che quella lucerna, o per tremenda perfidia, o perché anche lei voleva toccare e quasi baciare quel corpo, dalla punta del suo lucignolo fa schizzar fuori una goccia d’olio bollente, che va a cadere sull’omero destro del dio. A quel bruciore il dio balzò su: vide tradita la sua fede, e volò via senza fare parola dai baci e dalle mani dell’infelicissima sposa.

Riduzione e adattamento da Apuleio, Le Metamorfosi, Mondadori

1. brandì: impugnò.

2. talamo: camera nuziale.

3. sacrilega: colpevole di un’azione scellerata.

4. madida di ambrosia: bagnata di ambrosia, l’unguento che rendeva gli dei immortali.

5. inanellate: arricciate.

6. omeri: ossa lunghe delle braccia.

7. aligero: alato.

8. fulgide: splendenti.

9. faretra: astuccio per contenere le frecce.

10. stillano: fuoriescono.

 

Rispondi sul quaderno alle seguenti domande.

 

1. Chi sono i protagonisti del brano?

2. Che cosa impedisce a Psiche di uccidere Amore?

3. Sottolinea nel brano la descrizione del dio Amore.

4. Perché Amore si sveglia?

5. Che cosa fa Amore quando si accorge che Psiche non ha mantenuto la promessa?

A) Mostra a Psiche la propria rabbia.

B) Vola via dopo aver mostrato a Psiche la propria rabbia.

C) Vola via senza dire una parola.

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