L’intervento di Atena

L'immaginario epico. Da Omero

e Virgilio ai classici europei

Athena

Esercizi

La dea Atena, a cui è dedicato il Partenone, ha molto spesso un ruolo di primo piano nelle vicende della Guerra di Troia, narrate nel poema greco di Omero, Iliade. Nel brano che segue, si fronteggiano gli eroi più valorosi dei due eserciti in lotta, quello troiano e quello acheo. Si tratta di Ettore, figlio del re di Troia, e del suo avversario Achille. Ettore viene inseguito intorno alle mura della città di Troia da Achille. L’esito dello scontro è influenzato in modo diretto dall’intervento della dea Atena.

Rompendo il silenzio disse il padre dei numi e degli uomini1:

«Ahimè, un uomo a me caro inseguito intorno alle mura vedo con gli occhi miei: e si strugge2 il mio cuore per Ettore, che tanto spesso m’ha offerto parti di buoi sulle vette dell’Ida3 ricco di grotte e altre volte dall’alto della città; ma ora Achille divino l’incalza4 coi piedi veloci intorno alla rocca di Priamo5.

Su, pronunciatevi, dèi, pensateci bene se dobbiamo sottrarlo alla morte, oppure fin d’ora domarlo6 per mano di Achille Pelide7, benché valoroso».

E subito gli replicò Atena dagli occhi lucenti: «O padre dal vivido lampo, che addensi le nubi8, che hai detto? Un uomo di stirpe mortale, votato da tempo al destino, adesso vorresti strappare alla lugubre morte? Fallo, ma certo non tutti t’approveremo noi dèi».

A lei rispose così il dio che addensa le nubi: «Coraggio, creatura mia, Tritogenia9; non parlo secondo il mio cuore, ma voglio esser buono con te; fa’ quello che stai macchinando e non indugiare10».

Con questo spinse Atena, già molto impaziente, che dalle vette d’Olimpo11 si ritrovò a terra d’un balzo.

Achille veloce inseguiva implacabile Ettore […].

Ma la dea dagli occhi celesti raggiunse il Pelide e stando al suo fianco gli disse parole fugaci: «Spero proprio che noi, grande Achille caro agli dèi, riporteremo un glorioso trofeo alle navi dei Danai12, avendo ucciso Ettore, per quanto instancabile in guerra. Non c’è più possibilità che si sottragga a noi due, nemmeno se tutto provasse Apollo l’arciere13, prostrandosi14 a terra ai piedi del padre Zeus. Tu ora stai qui, prendi fiato; andrò io da lui per persuaderlo15 a lottare in duello con te».

Disse Atena; ed egli obbedì, felice nel cuore, si fermò appoggiato alla lancia di frassino, armata di bronzo; la dea lo lasciò, raggiunse il divino Ettore uguale a Deifobo in tutto l’aspetto16, nella voce potente; e stando al suo fianco gli disse parole fugaci: «Caro mio, molto ti sfianca Achille veloce incalzandoti coi piedi rapidi intorno alla rocca di Priamo. Fermiamoci adesso, su, per aspettarlo e respingerlo!».

A lei Ettore grande, dall’elmo abbagliante, rispose: «Deifobo, sì, anche prima tu eri il più caro, di molto, tra tutti i fratelli, che Ecuba17 e Priamo misero al mondo; ma ora penso nel cuore che t’onorerò di più, tu che hai avuto il coraggio per me - mi vedesti con gli occhi - di uscir dalle mura: ma gli altri rimangono dentro!».

A lui rispose così Atena dagli occhi lucenti: «Mio caro, assai m’hanno pregato il padre e la nobile madre, supplicandomi a turno in ginocchio, e tutti i compagni con loro, di rimanere in città; tanto, là, tremano tutti. Ma il mio cuore nel petto era oppresso da troppo dolore. Ora lottiamo dritti, tenaci, e di lance non fare risparmio18; così vedremo se Achille, uccisi noi due, porterà sanguinanti le spoglie19 alle navi ricurve20, o sarà vinto dalla tua lancia».

Atena gli disse così e, perfida, lo precedette; e quando furono a tiro, marciando l’uno sull’altro, per primo Ettore grande, dall’elmo abbagliante, parlò: «Non fuggirò più, come prima, figlio di Peleo, ho corso tre volte intorno alla rocca, temendo di affrontare il tuo assalto; ma ora mi spinge l’animo a starti di fronte, per vincerti o essere vinto. Ma ora, qua, invochiamo gli dèi, che i migliori testimoni saranno e custodi dei patti giurati: io non farò di te uno scempio tremendo, se Zeus mi concede la forza e riesco a strapparti la vita, Achille, ma dopo aver tolto le splendide armi restituirò il corpo agli Achei; e tu fa’ lo stesso21».

Ma guardandolo bieco gli disse il rapido Achille: «Ettore, odioso nemico, non mi parlare di patti.

[…] Tu non hai via di scampo, perché la dea, Pallade22 Atena con la mia lancia t’uccide; e sconterai tutte insieme le pene di amici miei, che hai ucciso infuriando con l’asta».

Poi, palleggiando23 , scagliò la lancia dall’ombra lunga, che Ettore splendido allora previde e scansò, si chinò intuendo la mira; volò sopra l’asta di bronzo, e nel suolo si conficcò; ma la tolse24 Pallade Atena la ridiede ad Achille, non vista da Ettore capo d’eserciti25.

Ettore allora gridò al nobile Achille: «Fallito! E tu non ancora, Achille che sembri divino, sapevi da Zeus la mia sorte; però l’affermavi.

Facevi l’astuto oratore, ti riempivi la bocca d’inganni, perché temendo te mi scordassi la forza e l’ardore26.

Ma non a me, mentre fuggo, pianterai la tua lancia nel dorso, scagliala contro il mio petto mentre ti affronto davanti, se ti sostiene un dio; e sfuggi, ora, questa mia lancia bronzea; potessi prenderla dentro al tuo corpo intera! Assai più leggera sarebbe allora ai Troiani la guerra, eliminato te, la massima angoscia per loro!».

Poi, palleggiando, scagliò la lancia dall’ombra lunga e prese nel centro lo scudo d’Achille, non sbagliò il colpo; ma dallo scudo la lancia rimbalzò via; s’arrabbiò Ettore, che invano il rapido dardo27 gli fosse sfuggito di mano, si fermò interdetto28, perché non aveva altra lancia di frassino; con un forte grido chiamò Deifobo dal bianco scudo, chiedendogli un’asta lunga; ma egli non gli era vicino.

Ettore allora comprese nell’intimo e disse: «Ahi, ora sì che gli dèi mi chiamano a morte.

Credevo che fosse qui accanto il forte Deifobo, invece è dentro le mura, Atena mi ha illuso. […]».

 

Riduzione e adattamento da L'immaginario epico.

Da Omero e Virgilio ai classici europei, Firenze, La Nuova Italia, 1999

1. il padre dei numi e degli uomini: si tratta di Zeus, padre di tutti gli dèi.

2. si strugge: si distrugge, si consuma.

3. che tanto spesso… sulle vette dell’Ida: Ettore si recava spesso sul monte Ida, vicino alla città di Troia, per compiere sacrifici religiosi in onore di Zeus, come spesso usavano fare gli antichi Greci in onore degli dèi.

4. l’incalza: lo insegue da vicino.

5. rocca di Priamo: è la città fortificata di Troia, su cui regna Priamo, padre di Ettore.

6. domarlo: sottometterlo.

7. Pelide: figlio di Peleo.

8. padre… che addensi le nubi: Zeus è il dio del cielo e del tuono.

9. Tritogenia: il significato di questo appellativo della dea Atena non è certo. Potrebbe significare “nata tre volte” o “nata da Tritone”.

10. fa’… non indugiare: fai quello che hai pensato di fare e non ti attardare.

11. Olimpo: è il monte in cui vivono gli dèi.

12. Danai: i Greci.

13. Apollo l’arciere: Apollo, figlio di Zeus, è il dio del Sole e delle arti ed è rappresentato come un abilissimo arciere.

14. prostrandosi: mettendosi in ginocchio.

15. persuaderlo: convincerlo.

16. uguale… l’aspetto: Deifobo è uno dei fratelli di Ettore. La dea Atena assume l’aspetto di Deifobo e finge di offrire il suo appoggio a Ettore, con l’intento di ingannarlo.

17. Ecuba: è la madre di Ettore, regina di Troia e sposa di Priamo.

18. di lance… risparmio: il finto Deifobo spinge Ettore a non risparmiare le lance, in modo che il guerriero rimanga presto senza armi nel duello contro Achille.

19. le spoglie: i cadaveri.

20. navi ricurve: le navi degli Achei.

21. io… lo stesso: Ettore cerca di convincere Achille a restituire il suo corpo ai genitori, nel caso in cui lo uccida, e gli promette di fare lo stesso a sua volta.

22. Pallade: è uno degli appellativi di Atena, che significa “colei che lancia l’asta”.

23. palleggiando: agitando la lancia per prendere la mira.

24. la tolse: la liberò dal suolo.

25. non vista… d’eserciti: Atena si muove sul campo di battaglia senza essere visibile da Ettore.

26. Fallito… l’ardore: Ettore, dopo che Achille ha sbagliato il primo lancio, lo accusa di aver fatto finta di conoscere il suo destino di morte solo per spaventarlo.

27. dardo: lancia, freccia.

28. interdetto: confuso, disorientato.

Fidia, Athena Parthénos, copia romana del II sec. d.C. Marmo pentelico, h. 105 cm con la base. Atene, Museo Archeologico Nazionale.

Fidia, Athena Lemnia, copia romana da un originale in bronzo del 451-448 a.C. Marmo, h. 206,7 cm. Dresda, Staatliche Kunstsammlungen-Albertium.

Rispondi sul quaderno alle seguenti domande.

 

1. Chi sono i protagonisti del brano?

 

2. Che cosa chiede Ettore ad Achille, prima di dare inizio al duello?

A) Di affrontarlo ad armi pari.

B) Di restituire il suo cadavere ai Troiani.

C) Di rendere la guerra meno dura per i Troiani, nel caso in cui lui muoia.

 

3. I due guerrieri appaiono del tutto artefici del proprio destino?

 

4. Per quale motivo hai risposto in quel modo alla domanda precedente?

 

5. Sottolinea nel testo tutti gli appellativi con cui viene identificata la dea Atena.

 

6. Atena interviene in due momenti per influenzare le sorti del duello tra Ettore e Achille. Quali sono questi due momenti?

 

7. In che modo riesce a ingannare Ettore?

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