La religione degli antichi Egizi

La società degli antichi Egizi era caratterizzata da un profondo intreccio tra politica e religione.

Capo politico della società, infatti, era il faraone. Esso non costituiva solo un’autorità politica per il suo popolo, bensì la manifestazione in Terra della divinità. In un primo tempo si riteneva che egli incarnasse il dio Horus, poi che fosse il figlio di Amon-Ra, il dio Sole.

La religione egizia è popolata da un gruppo molto corposo di divinità. Queste, in un primo momento, erano zoomorfe, ovvero avevano l’aspetto di animali. Il dio Horus, ad esempio, di cui il faraone era la personificazione, veniva rappresentato come un falco; il dio dei morti, Anubi, come uno sciacallo. Solo in un secondo momento le divinità iniziarono a divenire antropomorfe, ovvero raffigurate come esseri umani.

Horus era una delle divinità principali per gli antichi Egizi. Egli era figlio del dio Osiride e di Iside, moglie e sorella di Osiride.

Dal mito di Osiride derivavano molte concezioni degli Egizi in merito alla vita nell’aldilà. Secondo questo mito, infatti, il dio Osiride era stato ucciso dal suo crudele fratello, il dio Seth, che lo aveva fatto a pezzi e gettato nel Nilo, il fiume più importante dell’Egitto. Ma Iside, attraverso un rituale magico, aveva ricomposto e riportato in vita Osiride.

Se il dio aveva vinto la morte, anche per gli uomini poteva esistere la possibilità di una vita ultraterrena. Tale concezione era legata al modo in cui questo popolo conservava i suoi morti attraverso la mummificazione. Essa consisteva in un trattamento particolare del corpo, che veniva svuotato del cervello e delle viscere e poi ricucito, disidratato, cosparso di sostanze utili alla conservazione e coperto. Infine il corpo veniva avvolto in bende tenute insieme dalla gomma e

Osiride è rappresentato con i simboli del potere regale: il bastone pastorale e il flagello. Iside, sorella-sposa di Osiride, è la dea protettrice della famiglia e della magia. Porta sul capo il simbolo di una scala.

introdotto in una cassa di forma umana, il sarcofago. Al processo di mummificazione si legava la recitazione di alcune formule rituali religiose.

Affinché il defunto potesse goderne nella vita dopo la morte, nella sua tomba venivano introdotti oggetti che egli aveva utilizzato durante la sua vita terrena.

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